Chi nella vita non ha mai indossato un paio di sandali infradito? Sia per uomo che per donna, l’infradito è ormai un accessorio immancabile nelle nostre scarpiere. Comodi come pantofole per casa, pratici per il mare; i grandi stilisti ne hanno ormai creati per ogni occasione.
Sandali infradito, moda lanciata dagli egiziani
L’infradito è una calzatura estiva, tipo ciabatta con l’applicazione di una stringa a forma di Y. Il piede, viene infilato facilmente nella scarpa separando due dita, alluce e secondo dito, dalla stringa posizionata appositamente.
L’uso dell’infradito, risale all’antico Egitto. Infatti, nel museo egizio di Torino, è possibile vedere, tra i reperti, sandali infradito di più di 4000 anni circa. E non venivano fatte distinzioni sociali al riguardo chi li indossasse; erano utilizzati da tutti i ceti, sia dai contadini che dai faraoni.
Spesso l’infradito dei faraoni era fatto di palma intrecciata con papiro e a volte, con parti in cuoio. Alcuni faraoni amavano esagerare facendoli confezionare in oro. Tutankhamon nella sua tomba, ne fece mettere tanti per non rischiare di rimanere scalzo nell’aldilà. Altri addirittura facevano raffigurare, realizzati da abili artigiani, i loro nemici sulle calzature. Quale soddisfazione migliore se non quella di vederseli sotto i piedi!
Ma sapete con quali materiali in alcune zone sono ancora prodotti questi sandali?
I materiali con i quali sono fatti questi sandali, variano in base alla popolazione e alla zona di produzione. Tipo, il popolo Masai in Africa, li produce con pelle di animale. In India con fibra e legno, in Egitto in papiro e foglie di palma, in Messico usano la yucca.
In Giappone ce ne sono di due tipi: Zori e Waraji, usati con apposite calze chiamate Tabi. I tabi sono calzini giapponesi tradizionali di cotone che arrivano all’altezza della caviglia e che separano l’alluce dalle altre dita del piede.
Non sempre questi sandali vanno inforcati tra il primo e il secondo dito. Nel corso della storia alcuni popoli hanno realizzato diversi modelli, come i Romani, che avevano la stringa che divideva il secondo e il terzo dito. Altri modelli vengono poi successivamente creati con doppia stringa incrociata. Si dividono così oltre l’alluce e il secondo dito, anche il quarto dito dal mignolo.
I Geta, sandali tradizionali giapponesi
E chi non conosce i Geta, sandali tradizionali giapponesi? Io ad esempio! ma in realtà li conosciamo in forma figurativa. Li abbiamo visti sia nei film, sia nei cartoni animati giapponesi, solo che magari non sapevamo che si chiamassero così.
I geta, utilizzati da secoli, sono metà zoccoli e metà infradito, con suola in legno e stringa che divide l’alluce da altre dita. Non c’è differenza tra il destro e il sinistro e sono ancora oggi indossati con abiti tradizionali giapponesi come gli Yukata o il Kimono.
Grazie alla suola rialzata vengono usati con la neve e la pioggia. Inoltre sono usati dai lottatori di sumo, ma non sui ring e dalle apprendiste Geishe. E secondo una tradizione giapponese, rompere una stringa di una geta porta sfortuna.
Aggiungo una curiosità, lo sai perché in Giappone prima di entrare in casa si tolgono le scarpe? Oltre all’ovvio motivo di accortenza per la pavimentazione e per la pulizia, esiste un significato simbolico. Quello di liberarsi dai cattivi pensieri e dallo sporco del mondo esterno.
Insomma l’infradito non ha ne età ne sesso e oggi gli stilisti ripropongono modelli ispirati ai vecchi sandali giapponesi.
Infradito non solo sandali da mare
Chi non ha mai utilizzato un paio di infradito in spiaggia? Dai più piccoli ai meno giovani, dagli uomini alle donne oggigiorno li usiamo un po’ tutti. Sia per la praticità, sia per la leggerezza e la comodità di portarle anche in valigia, certo che oggi ce ne sono per tutti i gusti, colori, materiali e prezzi.
Il rapporto sul mercato globale prevede un aumento delle vendite di questo prodotto. Di certo le influencer non si sono fatte pregare per indossarli. Da quello caprese, basso, di cuoio, con fiori, indossati dai rappresentanti del jet set internazionale nella famosa isola del golfo di Napoli, a quello con tacchi e punte quadrate.
Oggi sono di moda rigorosamente in corda o in versione da città con uno street style. Sono indossati sotto ogni tipo di indumento: gonna, abito, pantaloni, sono diventati un pezzo di moda. Ne troviamo anche in versione elegante come i sandali gioiello. Insomma gli stilisti li hanno trasformati da un semplice accessorio da mare ad uno di tendenza.
Infradito e eco sostenibilità
E chi non conosce il brand brasiliano Havaianas? quest’azienda ispirandosi al modello zori, altro sandalo tradizionale giapponese fatto di paglia di riso o fibre naturali, ha ideato il tradì zori. Un sandalo con la base quadrata di gomma e cinturino in tessuto, dando all’infradito da mare uno stile urbano.Una curiosità: l’azienda Havaianas dona ogni anno all’istituto de Pesquisas ecologicas il 7% delle vendita di una linea a scopo ecologico. Quest’istituto si occupa della biodiversità in Brasile. La linea di infradito proposta, fa parte di una collezione unisex. Riflette una gamma di colori presenti nelle foreste brasiliane, con tre modelli che rappresentano tre animali brasiliani: il giaguaro, l’ara dalle lai verdi e la grande scimmia leonina.
Nel filone della eco-sostenibilità anche il marchio spagnolo Ecoalf propone una linea di infradito, coloratissime, utilizzando materiale riciclato. Infatti sono creati da pneumatici di camion pressati, senza uso di colla, o con plastiche ripescate dal mare. Questi materiali grazie alle tecnologie moderne, vengono trasformati per essere riutilizzati.
I contro dell’infradito
Nonostante la loro ampia diffusione, i podologi ritengono che l’uso prolungato dell’infradito può procurare danni alla salute del piede. Per indossarli, infatti, per la sua allacciatura, si assume una posizione a tenaglia. Inoltre c’è la possibilità di creare attrito col laccio, sulla pelle, nei lati del piede e tra le dita, causando probabili esfoliazioni e micosi.
I modelli sia col tacco che senza, impediscono il corretto appoggio del piede causando problemi alla circolazione, in quanto non c’è una giusta distribuzione del peso corporeo. Può creare quindi debolezza a caviglie e polpacci.
Inoltre per quanto riguarda la guida, nell’articolo 140-141 del codice stradale prevede di mantenere un comportamento che garantisce la salvaguardia della sicurezza. In caso di incidente, l’Ansa, che sarebbe un’agenzia d’informazione, sostiene, che l’assicurazione potrebbe decidere di non pagare, per l’inadeguatezza della calzatura.
Insomma, non è mia abitudine guidare con l’infradito, che effettivamente non è l’ideale con l’uso di pedali, ma per tutto il resto spero di non riportare problemi. Io adoro questo tipo di scarpa, in qualsiasi sua forma mi viene proposta e non posso fare a meno di farne uso.
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