Dopo tante discussioni e pareri discordanti, in Italia, abbiamo finalmente raggiunto un compromesso sulla marijuana legale: da oggi infatti la sostanza si può acquistare legalmente.
La varietà di canapa commerciabile e acquistabile ha dei parametri precisi, cioè contiene un valore di THC – tetraidrocannabinolo, composto chimico e principio psicoattivo della marijuana – inferiore allo 0,6 per cento, che corrisponde al limite di legge consentito.
Contiene inoltre un alto valore (fino al 4%) di cannabidiolo (CBD), principio contenuto nella cannabis con effetti sedativi. Chiamata anche “cannabis light”. Come vedremo in maniera più approfondita, è molto efficace per rilassare, alleviare mal di testa, dolori mestruali e articolari. Può essere assunta come tisana o in sostituzione del tabacco.
Le nuove norme
La legge promulgata il 2 dicembre 2016, n. 242, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, non riguarda la legalizzazione della cannabis, ma promuove la coltivazione della canapa industriale, rivolgendosi agli agricoltori. La marijuana legale, quindi, fa riferimento a questa legge. Le specie coltivabili sono riportate all’interno del catalogo delle specie agricole.
Entro questi limiti e parametri, molti coltivatori e produttori sono nati e trattano varietà della pianta a basso contenuto di THC, già disponibili in commercio in varie forme e quantità. I produttori e venditori specificano come sia importante tenerla sempre nella sua confezione originale. L’interesse e la richiesta sono altissimi. Ti suggeriamo, in ogni caso, di utilizzarla in modo responsabile.
Nel frattempo, ti invito a scoprire tutto ciò che devi sapere sulla marijuana legale, la pianta e le sue proprietà.
Marijuana legale: la pianta di cannabis
La nostra marijuana legale viene dalla pianta di cannabis. Si ottiene dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili, appunto, della nostra pianta. Questa particolare specie vegetale, ha sempre avuto un immenso potenziale.
È conosciuta fin dall’antichità in quanto erba miracolosa e dalle innumerevoli proprietà. La storia della cannabis è infatti legata in modo indissolubile alla storia dell’umanità. Fin dagli albori della civiltà, per le popolazioni più antiche, la cannabis ha rappresentato una fonte insostituibile per la produzione di tessuti, di carta, cibo e materiale combustibile, oltre a fornire una vastissima gamma di rimedi medicinali.
La pianta di cannabis, è particolarmente resistente, può crescere a vari tipi di latitudine, non richiede diserbanti né pesticidi per essere coltivata, senza contare che cresce più in fretta di tutti gli altri raccolti. Quindi è una coltivazione totalmente biologica, positiva per l’ambiente e poco o nulla inquinante.
Le varie specie
Ne esistono varie specie, da cui poi si arriva alla marijuana legale. Le due specie di cannabis più diffuse al mondo, sono la Sativa e l’ Indica. La prima è alta e snella, con un fogliame poco folto e può raggiungere anche gli 8 metri di altezza.
La foglia presenta diramazioni più snelle e affusolate. L’indica, invece, è un arbusto più basso e tozzo con un fogliame molto più fitto. Anche la foglia si presenta con forme più tozze e arrotondate della Sativa. Una terza specie di cannabis, meno comune è la Ruderalis, che cresce soprattutto nelle zone più fredde dell’Asia centrale.
Il composto chimico che provoca le alterazioni mentali nel fumatore si chiama THC, e si trova solamente nella foglia e nel fiore della cannabis. Tutto il resto della pianta si può utilizzare per ricavare centinaia di prodotti utili, senza che ne vada sprecato neppure un grammo.
Il fusto della pianta è composto da una parte interna più legnosa e rigida e da una parte esterna, più morbida e fibrosa. Dal fusto della pianta si ricava la polpa per produrre la carta. I reperti più antichi ritrovati in carta di cannabis, risalgono all’impero cinese, 4000 a.C. circa.
Un po’ di storia
In Europa la coltivazione di cannabis, risale all’VIII secolo a. C. Carlo Magno ne incoraggio la coltivazione e i monaci amanuensi la utilizzavano per trascrivere i testi sacri. Anche la prima bibbia di G. Gutenberg fu stampata in carta di cannabis .
Dall’avvolgimento del fusto, si ottiene la fibra, da cui si ricavano cordami e tessuti, particolarmente noti per la loro resistenza. Nella metà del XIX secolo, le navi che viaggiavano in Occidente erano armate con corde e vele di canapa.
Le proprietà curative e le qualità terapeutiche della canapa sono note fin dall’antichità. Il fondatore della medicina cinese, la prescriveva per curare i reumatismi, la malaria, i dolori mestruali, per curare le ferite. Nel subcontinente indiano la canapa viene usata da sempre nella medicina ajurvedica, per curare epilessia, coliche, gastriti, anoressia, bronchiti, problemi di milza, diabete ed asma.
Fu importata in Europa da medici che venivano dall’Asia, che la usavano per alleviare i sintomi di molte malattie, tra cui il tifo. All’inizio del XIX secolo, più del 30% delle medicine disponibili in commercio in America erano a base di canapa. Veniva prescritta abitualmente come terapia dai medici dell’epoca.
Prodotti ricavabili dalla pianta di cannabis
Ora che abbiamo aperto la strada della marijuana legale, si apre un ampio raggio di possibilità anche a livello di prodotti. L’uomo ha da sempre questa conoscenza e potrai renderti conto delle risorse illimitate di questa pianta. Inizierò col parlarti dei tessuti.
La gamma dei tessuti ricavabili dalla cannabis è praticamente illimitata. Dalle stoffe più grezze ai lini più raffinati. In base al tipo di lavorazione e trattamento si può ottenere anche un tessuto che abbia la consistenza della seta, impossibile da distinguere dalla seta naturale. I tessuti di cannabis hanno la stessa consistenza del cotone, costano sensibilmente meno, e l’inquinamento che producono è praticamente nullo.
Si possono produrre oltre 5000 articoli diversi con la canapa, tra cui: crackers, filamenti tessili, gabbiette per animali, custodie per chitarre, lenzuola, materassi, mascara, fiocchi d’avena, pannolini.
Si possono ricavare anche: calzature sportive, magliette, copri-orecchie, ciucci per bambini, cuscini, amache, casse per altoparlanti, tende per la doccia, poltrone, deodoranti, coperte, tamburi; nonché filtri per caffè, cappelli, assi da stiro, biancheria intima, candele, tavole da surf.
Nonostante questo la produzione di cannabis oggi è proibita in gran parte del mondo.
Altri prodotti ricavabili dalla pianta di cannabis
- Carta
- Plastica
- Legno
- Tessuti
- Corde (per paracadute, funi, legacci per scarpe)
- Olio e combustibile
- Medicine
- Cibo (semi di canapa, farina, olio e derivati)
- Il seme della cannabis può essere utilizzato come base alimentare, assunto sotto forma di farina o per produrre un ottimo olio da tavola, ricco di proteine e acidi grassi essenziali, come omega 3 e omega 6.
Qualità terapeutiche
Il THC fu scoperto nel 1964. Nei seguenti 20 anni furono scoperte molte cose sull’aspetto chimico, sugli effetti clinici della sostanza. Ma ancora non si capiva bene come agisse il THC sul corpo. I recettori del THC, come si è scoperto, si trovano nel corpo umano perché esso stesso produce la sostanza.
Il nostro corpo produce anche altre sostanze simili che sono alla base di tutti i processi dell’organismo: ci fanno mangiare, dormire, rilassare, dimenticare. Per questo motivo i cannabinoidi della pianta, così si chiamano tali sostanze, possono interagire con quelli simili nel nostro corpo, con numerosi effetti curativi.
La pianta di cannabis infatti contiene più di 400 composti chimici, alcuni dei quali, 60 sono catalogati come cannabinoidi. Il più noto, appunto, è il THC, che produce l’euforia nel fumatore. Infatti, come avrai letto all’inizio, per essere legale, deve essere in quantità davvero irrisorie.
Il basso quantitativo consentito per la marijuana legale, fa sì che l’assunzione di quest’erba abbia effetti sedativi, rilassanti, piuttosto che euforici e simili allo “sballo”.
La possibilità di assumere la marijuana legale per uso terapeutico, apre davvero numerose prospettive di cura, e tutte le ottime qualità della pianta come panacea possono essere utilizzate. Queste sono, tra le tante:
- prevenzione di nausea e vomito causate dalla chemioterapia
- anoressia
- danni causati dai tumori
- glaucoma
- debolezza muscolare
- dolori articolari e mestruali
Senza contare l’efficacia antitumorale, ben nota al governo americano e alla ricerca medica dagli anni ’70. L’uso medico e terapeutico della sostanza, in ogni caso, è promosso da un numero sempre crescente d Paesi.
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