I guanti sono indumenti molto diffusi e possono avere diverse funzioni: difendere le mani dal freddo e dalla pioggia, proteggere le mani in ambito lavorativo, essere attrezzatura di molti sport, avere funzione puramente estetica.
Lo sai che i guanti sono uno degli accessori più utilizzati al mondo? Ebbene si! Chi di noi non ne ha mai utilizzati un paio nella vita? Io ad esempio, li utilizzo per proteggere le mie mani dal freddo. E tu?
I guanti da cosa possono proteggerci?
La funzione principale del guanto è quella di proteggerci dal freddo. Prodotti con materiali come la lana, il pile o pelle, ne sono stati creati per tutte le necessità. È un accessorio perlopiù antivento e a isolamento termico ma anche antiscivolo e impermeabile. Evita il congelamento durante il freddo ed è morbido e comodo da indossare. I modelli in morbida pelle con fodera felpata e maglia elastica sono perfetti per bloccare il vento e tenere le mani calde. Inoltre sono un’ottima idea regalo per Natale.
Per gli infortuni sul lavoro si producono guanti di diversi tipi, con degli standard da rispettare sulla resistenza e la protezione. Ce ne sono di antistatici in nylon o fibra di carbonio che impediscono l’accumulo di scariche elettriche e che proteggono da rischi di folgorazione.
Di guanti, nel tempo, ne sono stati riprodotti di diverse qualità e colori. Lisci, tinti, di renna, daino, cuciti, trattati. Alcuni dei materiali più utilizzati, oggi sono il lattice contro batteri e virus e la pelle utilizzata soprattutto nello sport.
Comune utilizzo dei guanti in lattice
I guanti in lattice, sono sempre stati indispensabili in caso di assistenza ospedaliera o domiciliare ai malati. Al riguardo c’è un dibattito continuo sulla loro efficacia, visto il momento storico che abbiamo vissuto. Ancora oggi l’OMS ha dei dubbi sulla capacità di questi, nel contenere la trasmissione del corona-virus. In realtà l’uso dei guanti monouso, se utilizzati in modo corretto, previene le infezioni.
Non vanno a sostituire l’igiene delle mani che si devono lavare accuratamente per almeno 60 secondi. E se li utilizziamo, non dobbiamo toccarci parti del viso come bocca, naso e occhi. Vanno cambiati spesso e buttati nell’indifferenziata.
In alcuni contesti sono utilizzati da addetti alle pulizie, alla ristorazione, al commercio.
Utilizzo dei guanti nello sport e nel lavoro
I guanti sono usati negli eventi sportivi come la box, il baseball, il ciclismo, la formula 1. I materiali con i quali sono prodotti sono: la pelle conciata di animale, la pelle sintetica o il cuoio. Inoltre ce ne sono di materiale tecno, come quelli riscaldati, utilizzati per lo sci e la moto. E ne esistono anche di tipo touch screen, che permettono l’uso di dispositivi con display, senza doverli togliere.
Possono essere monouso, in latex, vinile, elasticizzati. La polizia scientifica per esempio ne indossa un paio per non contaminare la scena del crimine. Un criminale non troppo stupido, l’indossa per non lasciare impronte digitali. I vigili del fuoco li utilizzano di materiale meta aramidico, cioè resistente alle fiamme.
Esistono guanti per falconeria, creati per proteggere il braccio dai rapaci; quelli protettivi per apicoltori. Inoltre quelli usati dai muratori per proteggersi da eventuali tagli o ferite, causate dai materiali da costruzione, da saldatore: per le scosse elettriche o le alte temperature.
Ma da quanto esistono questi accessori?
Usati per ripararsi dal freddo o per svolgere lavori manuali, i guanti esistono già da moltissimi anni. Già nell’antica Grecia Omero ne parla nell’Odissea testimoniandone l’uso.
Per gli antichi Egizi, erano simbolo di prestigio e ne sono stati ritrovati resti, nella tomba di Tutankamon. Insomma sin dai tempi più remoti, ci sono stati ritrovamenti evidenti dell’uso dei guanti.
La forma che avevano, era simile a dei sacchetti che venivano legati ai polsi. Solo successivamente, si divisero per fare prima spazio al pollice e poi alle altre quattro dita. Ma in realtà, ancora oggi, a mantenere le mani più calde, sono quelli senza la forma delle dita.
Nel medioevo rappresentavano ornamento di bellezza ed erano usati sopratutto dai nobili. I tessuti dipendevano dall’importanza della persona che l’indossava. E in Francia, nel XIV secolo, comparirono per la prima volta i guanti da moschettiere. Successivamente le donne cominciarono ad usarne di lunghissimi fino al gomito.
Tipici dell’ottocento anche i guanti manicotti, traforati in seta o cotone, che arrivavano fino a metà braccio e che lasciavano scoperte le dita. Venivano indossati all’ora del tè o la sera per andare al teatro. In Inghilterra questa usanza la ritroviamo ancora nei ceti dell’alta borghesia. Come, ancora oggi, alla corte della nostra cara immortale Regina Elisabetta.
Andando oltre la funzione estetica, negli anni successivi cominciarono ad andare di moda anche i guanti profumati. Ma come scoppiò questa mania?
Aneddoti legati ai guanti
Nel XVI secolo scoppiò la mania del guanto profumato. Il metodo di profumazione usato, era quello di mescolare il grasso animale con olio di mandorle ed essenze. Così ché ad ogni paio, gli si attribuiva il nome della fragranza creata.
Cominciò la mania dei guanti imbevuti di sostanze, la promotrice fu Caterina de Medici. Secondo una leggenda, nel 1572 ne spedì un paio avvelenati alla Regina Navarra, madre dello sposo di sua figlia, uccidendola. Ma non è mai stata provata la sua colpevolezza. Insomma, non è cambiato quasi niente, all’epoca come oggi, l’idea di far fuori qualcuno aguzza l’ingegno.
Modi di dire legati ai guanti
Nella cavalleria e nel clero, erano diventati uno status symbol. I cavalieri ne crearono in maglie d’acciaio per difendersi. E si cominciarono ad usare modi di dire come: lanciare il guanto di sfida. Nella nobiltà invece, si cominciò ad usare la frase: trattare coi guanti, che era il massimo dell’eleganza e della raffinatezza.
Oggi invece viene usato tra i più giovani, un modo di dire meno signorile come: usare il guanto. In realtà significa: usare la protezione in caso di rapporti, evitando possibili trasmissioni di malattie o gravidanze indesiderate. Infine, oggi come allora, è gesto di maleducazione porgere la mano senza togliere il guanto.
Accessorio di tendenza e vanità
Con il tempo il guanto smette di essere simbolo di classe e negli anni 30 e 40, comincia a diventare un accessorio di tendenza e vanità. Oggi la Francia è al primo posto nel mondo per produzione ed esportazione. In Italia la prima industria attrezzata moderna, specializzata in diversi tipi di manifattura, fu a Napoli.
I grandi stilisti ne fanno uso sulle loro passerelle e appaiono spesso anche nei film. Passano alla storia quelli fucsia indossati da Marilyn Monroe nella pellicola “Gli uomini preferiscono le bionde”. Oppure quelli neri, indossati da Audrey Hepburn in “Colazione da Tiffany”. Non dimentichiamoci di Rita Hayworth, che in un suo spogliarello, sfilava in modo particolarmente seducente, il suo lunghissimo guanto nero, facendo sognare gli uomini di tutto il mondo.
Negli anni 80 e 90 divennero popolari i guanti senza dita, indossati da Michael Jackson. Ma fu Madonna che li trasformò in simbolo di trasgressione.
Guanti come strumento di seduzione
Nello spettacolo di Burlesque, troviamo spesso quest’accessorio. Infatti le mani sono utilizzate come il principale strumento di seduzione. Il loro movimento così aggraziato, è preso in prestito da altre danze, come quella del ventre.
Le mani si usano per sfiorare, mostrare, scoprire e coprire. Quale accessorio migliore potrebbe essere usato come ornamento, se non il guanto?
Si svolgono addirittura lezioni, stage e ore di allenamento per imparare i modi di come sfilarlo con amore e dolcezza. Chi guarda questo tipo di spettacolo è incantato dalla sua particolare ironia seducente. E allora perché non provare a prendere qualche lezione di Burlesque? Magari mettiamo un po’ di pepe nel nostro rapporto e non possiamo far altro che rendere felice il nostro partner. Quindi muniamoci di guanti sexy e via!
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